Camminare nel bosco, fare attività fisica (e mentale), deliziarsi con la cucina e partecipare a un corso di degustazione di acque minerali: ecco qualche consiglio per scoprire la Val Pusteria.
Testo Sonja Vietto Ramus, foto Sonja Vietto Ramus e Massimo Valentini
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Vero e proprio paradiso impreziosito da montagne patrimonio mondiale Unesco (le splendide Dolomiti), la Val Pusteria è uno dei posti speciali dell’Alto Adige.
Una valle fatta di soffici pascoli a perdita d’occhio, di boschi alti e fitti, di centri abitati che ne rappresentano il cuore più autentico.
Villabassa, San Candido e Dobbiaco sono tre dei Comuni della “Pustertal” (in tedesco), che si allunga per circa 100 chilometri da Bressanone a Lienz, fra Alto Adige e Tirolo Orientale austriaco.
Una vallata che, come tutto il territorio altoatesino del resto, riesce a coniugare in maniera armoniosa elementi all’apparenza dissonanti. Ecco cosa fare per vivere un’esperienza indimenticabile all’aria aperta e all’insegna del benessere.
Villabassa, nei boschi e in cucina con Emma
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“La natura è una grande maestra che ha sempre una risposta per tutto”, assicura Maria Mairhofer, erborista e guida che accompagna alla scoperta dell’immenso patrimonio naturale di questi luoghi della Val Pusteria.
Del potere curativo delle piante, Maria conosce tutto: da sempre prepara unguenti e tinture e ama tramandare ad altri il suo sapere. “La signora delle erbe”, così la chiamano a Villabassa e dintorni, da una ventina di anni gestisce anche un maso agricolo – l’Untersteinhof – che produce rigorosamente biologico.
Oltre a proporre corsi di erbologia, questa donna dal sorriso e i modi gentili, è un’ottima maestra (lo è stata davvero, in gioventù, nella scuola elementare) di forest therapy: camminare nel bosco, fra aria pura, è un’attività perfetta da fare se si vuole riallacciare un rapporto con la natura. Con i suoi consigli si impara a respirare in maniera corretta, a ritagliarsi i propri spazi e persino ad abbracciare… gli alberi.
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E poiché passeggiare stuzzica l’appetito, ecco allora che per una gustosa pausa gastronomica si può scegliere l’Hotel Emma, in centro a Villabassa (via Frau Emma 5).
Un albergo storico con un passato glorioso dove, ancora oggi, l’atmosfera che si respira è quella intrisa di nostalgia e ricordi di un’albergatrice carismatica, ben conosciuta oltre i confini della regione: Emma Hellenstainer.
“Questa donna grintosa non fu solo un’eccellente cuoca ma anche la pioniera del turismo dell’arco alpino – racconta Brigitta Stauder, attuale proprietaria con la sua famiglia, del celebre hotel – La fama di Emma, il suo fascino e la sua passione per la montagna si spinsero ben fuori il paese attirando clienti da tutto il mondo che a Villabassa venivano sì per il paesaggio meraviglioso offerto dalle Dolomiti ma soprattutto per il carisma di Frau Emma che grazie a professionalità, ospitalità e spirito pionieristico fu davvero una figura cardine del turismo degli albori. Fu una donna all’avanguardia per quei tempi: svolse in modo egregio la sua attività imprenditoriale, insegnò l’arte della cucina a molte giovani cuoche e utilizzò le innovazioni di fine XIX secolo, fra cui elettricità e ferrovia, a beneficio economico della sua terra”.
Seduti a un tavolo dell’accogliente ristorante, fra le delizie da assaporare (le ricette sono ancora quelle originali dell’albergatrice nata Emmerentia Hausbacher; Hellenstainer è il cognome acquisito grazie al matrimonio con il marito Joseph) ci sono il “brasato 1867” di vitellone in salsa di vino rosso, il tortino di mele con cioccolato bianco e menta dell’orto e tante altre specialità, alcune anche fra quelle preferite dall’imperatore Francesco Giuseppe che nel 1899 conferì a Emma la Croce d’Oro al Merito.
Parola d’ordine: stare in equilibrio
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Al Raiffeisen Motorikpark di Villabassa (dieci minuti a piedi dal centro del paese) si possono mettere alla prova le proprie abilità motorie, coordinando agilità, forza, velocità e resistenza.
Grazie alle 12 “stazioni” ospitate su un’area di 5mila metri quadrati al margine orientale di Villabassa, ci si può muovere, divertendosi, immersi nella natura, migliorando prestazioni fisiche e mentali.
Sempre aperto, al Motorikpark (indicato per tutte le età) ci sono l’oasi dello stretching, il percorso balance, la fune a quattro mani, l’altalena in piedi, il percorso a ostacoli, quello aereo e tante altre attività. “Con il passare degli anni diventa sempre più importante tenere allenate diverse abilità – spiega Anton Oberhammer, istruttore di arti motorie – Esercizi di equilibrio, coordinazione e forza sono perfetti per mantenere in forma sia il corpo che la mente”.
Del Kurpark – questo il nome dell’intera area – fanno parte anche un parco giochi per bambini, un sentiero botanico per conoscere flora e fauna del territorio, percorsi per escursionisti e jogger, un laghetto, una struttura per inalazione con acqua salina “all’aria aperta” e un impianto (sui 30 presenti in Alto Adige) del metodo Kneipp che prende il suo nome dall’abate tedesco Sebastian cui si deve la riscoperta dell’idroterapia.
Primo paese del benessere d’Italia, Villabassa ospita un itinerario improntato sulla naturopatia con percorso a piedi nudi (su differenti fondi naturali), vasche per camminata in acqua, bagno facciale e alle braccia, fanghi con argilla e persino un’area con erbe profumate alla cui ombra rilassarsi.
“Negli ultimi anni il tema del benessere ha acquisito sempre più importanza e Villabassa ha deciso di installare sul proprio territorio un percorso con differenti esercizi Kneipp certificati – racconta Anna Lerchner, istruttrice di questo metodo naturale –, ognuno dei quali stimola una parte del corpo in modo differente: è essenziale però che fra un esercizio e l’altro vengano rispettate pause di 30 minuti perché funzionino al meglio. Camminare a piedi nudi, ad esempio, rafforza la muscolatura del piede: quella sensazione di fastidio che si riscontra poggiando su uno strato di corteccia o di ghiaia stimola in realtà la circolazione”.
Tolte le scarpe e con abbigliamento comodo si può scegliere di camminare nell’acqua fredda (terminando l’esercizio quando si avverte una sensazione di formicolio) o effettuare impacchi di argilla. O ancora immergere il viso nell’acqua, per un vero e proprio bagno di bellezza. La sensazione è assolutamente rigenerante, da provare.
San Candido, fra chiese e gastronomia gourmet
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Dal paesino di Villabassa, poco più di 1.500 abitanti, ci si sposta a San Candido, uno dei più antichi centri dell’Alto Adige: una decina di km lungo la Strada Statale 49 accompagnano sino a questa località turistica, estiva e invernale, delle Dolomiti, catena montuosa nata da stratificazioni di conchiglie e coralli.
Bisogna ricordarsi però che non tutte le bellezze della Val Pusteria sono visibili in superficie: alcune si possono ammirare solo nel sottosuolo, scendendo ad esempio delle scale, come quelle che dalla Collegiata dei Santi Candido e Corbiniano portano alla cripta, demolita nel 1884 e poi ricostruita nel 1969, con materiali originali dell’epoca.
In questi sotterranei si possono ammirare antichi affreschi e una figura lignea di San Candido che ha più di 770 anni, dal valore inestimabile. La Collegiata, che gli abitanti chiamano da sempre duomo, è il più importante edificio sacro romanico delle Alpi orientali ma in paese ci sono altri luoghi di culto che rappresentano veri e propri gioielli d’arte, in stile tirolese.
Fra le viuzze del centro storico di San Candido, dove le tipiche botteghe dal sapore montano si mescolano a eleganti boutique e moderni ma raffinati luoghi di ritrovo, si passeggia come se si fosse protagonisti di un viaggio nel passato, con lo sguardo rivolto alle facciate color pastello degli edifici.
Scoprire le tradizioni di San Candido vuol anche dire assaporarne le specialità culinarie, magari rivisitate in chiave moderna. Ecco allora che una sosta gastronomica merita farla da Atto (via dei Tintori, 6), ristorante (ma si può anche pernottare) dal design raffinato dove i piatti preparati dagli chef parlano da soli: un giorno prelibatezze che ricordano l’estate in malga, il giorno dopo delizie mediterranee.
Qui un occhio di riguardo va riservato per la carne, proveniente dall’allevamento di bovini Angus nel maso Mühlhof (di proprietà del ristorante) -, stagionata a secco e cucinata alla brace.
Il menù varia a seconda della stagione (e dell’umore!): tartare di Angus con gelato alla senape e toast fatto in casa e risotto “all’acquerello” con pino mugo e salmone rubino sono assolutamente deliziosi e non solo per il palato.
Dobbiaco, degustazioni d’acqua e picnic stellato
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Anita Mancini è una delle poche sommelier d’acqua italiane. La si può incontrare a Dobbiaco, al Tilia, il ristorante 1 stella Michelin dello chef Chris Oberhammer (di cui Anita è anche compagna di vita).
Quando la maître non si occupa dei 5 tavoli (meno di 20 coperti in totale) nell’elegante sala di vetro di quello che fu l’antico Grand Hotel, accompagna in piacevoli escursioni alla scoperta dell’acqua minerale, della sua storia e delle sue proprietà organolettiche.
Dal Tilia ci s’incammina lungo un sentiero-ciclovia, perlopiù pianeggiante, immersi nel verde sino a raggiungere un’altura, dove da una fonte si ha il privilegio di attingere acqua potabile da due sorgenti di altissima qualità.
Per raggiungere la Zwei Wasser Brunnen (Fontana delle due Acque) basta dirigersi verso la chiesa cittadina (facile da individuare perché di colore verde e con la cuspide del campanile a cipolla) seguendo le indicazioni Valle San Silvestro e, subito dopo la chiesa, quelle per Haselsberg: una manciata di minuti più tardi si arriva alla fontana da cui si gode anche un idilliaco panorama dall’alto su tutta Dobbiaco.
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“La sorgente Nasswand ha acque calcaree che scorrono nelle Dolomiti mentre quelle della sorgente Bergalm sgorgano fra le rocce ferrose delle Alpi centrali – spiega la sommelier – Questa singolare fontana offre la possibilità di bere, a piacere, entrambe le acque, dai gusti così differenti: la prima più dolciastra e salata al palato, la seconda più acida, quasi metallica. È possibile attingere da un’unica fonte sorgiva oppure degustare l’acqua mescolata di entrambe le sorgenti”.
Con Anita Mancini si partecipa a una vera e propria degustazione di acque minerali: da quelle di Sud Tirolo, Trentino e altre regioni d’Italia sino alle più celebri di provenienza straniera (come la Fiji, imbottigliata sull’isola di Viti Levu: considerata la più pura al mondo, quest’acqua artesiana è anche fra le più care in assoluto presenti in commercio).
E mentre si impara a riconoscere le caratteristiche di un’acqua rispetto a un’altra, per quali tipologie di dieta è indicata, a quale temperatura servirla e in base a quali elementi associarla a un piatto, si gustano le prelibatezze di uno squisito picnic preparato da Oberhammer, un menù che rispecchia il cuore delle Dolomiti.
“Sostenibilità del territorio, rispetto e consapevolezza ambientale: i piatti sono preparati con il raccolto dell’orto e ingredienti di aziende agricole delle immediate vicinanze – spiega entusiasta lo chef del Tilia – È la nostra idea di cucina e di cibo naturale, un viaggio nella natura alla (ri)scoperta dei valori legati all’ambiente, in stretta connessione con le persone del luogo”.
Un esempio delle bontà (custodite in packaging naturali, vetro e bambù) da gustare all’aria aperta con lo sguardo rivolto alle montagne? Insalata di canederli e formaggio di malga, vitello arrosto rosé con tortino di polenta, pane di segale fatto in casa e un “apfelstrudel” (“secondo la ricetta di mia mamma, con caffè d’orzo e latte di fieno”) che strabilia le papille gustative.
Informazioni utili:
Per saperne di più si può consultare il sito.
Come arrivare: l’Alto Adige si trova lungo la direttrice Bologna-Brennero, importante asse di comunicazione fra la rete ferroviaria italiana e quella dell’Europa centrale. Si può raggiungere comodamente con treni ad alta velocità, regionali e anche con la Deutsche Bahn e Ferrovie Austriache. Altrettanto semplice viaggiare in auto per arrivare alla località prescelta del Südtirol attraverso l’autostrada A22, il Passo Resia – SS40, il Passo dello Stelvio – SS38 (solo in estate), il Passo Monte Croce e la Val di Landro (imbocco in Val Pusteria – SS49) e strade statali. In aereo l’aeroporto più comodo è il Bolzano Dolomiti, a sud della città: da qui linee urbane (10A e 10B).
Come muoversi: Taxi Plitzner di Christian Plitzner e Simone Strobl (taxi@plitzner.bz.it) per spostarsi comodamente fra i Comuni di Villabassa, Dobbiaco e San Candido (ma non solo); mezzi pubblici e treni regionali collegano regolarmente con il centro di Bolzano e la stazione ferroviaria.
Dove dormire: Residenzhotel Hirben, via Rienza 5, a Villabassa (BZ). A gestire questo suggestivo hotel ecologico, con la facciata in larice locale e struttura in abete altoatesino (non mancano neppure complementi d’arredo in cirmolo profumatissimo), è la famiglia Stoll che si prende cura di ogni dettaglio. Gli appartamenti fra cui scegliere sono dotati di tutti i comfort e possono disporre di giardino, loggia o terrazza.
All’Hirben sono benvenuti gli amici a 4 zampe a cui è consentito accompagnare i proprietari persino durante i pasti se si opta per l’apposita “stube” creata nel nuovo ristorante (i cani sono esclusi solo dall’area benessere, dalla piscina e dal giardino comune). Alla reception dell’hotel si può inoltre acquistare il primo cibo umido altoatesino – PetAlpin – fatto con carni ed erbe dell’Alto Adige. La struttura dispone anche di stazione di ricarica per le auto elettriche.
Testo Sonja Vietto Ramus, foto Sonja Vietto Ramus e Massimo Valentini
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