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Botswana, essenza primordiale

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Gran parte del Botswana è caratterizzato da una natura straordinaria e incontaminata in cui deserti e savane si alternano a paludi e saline. Un territorio selvaggio e remoto casa per numerose specie di animali. Eppure in questo contesto piacevolmente primordiale non manca qualche sorpresa moderna, in modo particolare nella capitale Gaborone.

Testo e foto di Marco Santini

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©Marco Santini

Forse non tutti conoscono il reale significato della parola “safari”. Questo termine in lingua Swahili significa “avventura nell’ignoto”. E non potrebbe esserci vocabolo più adatto per descrivere un’esperienza di viaggio compiuta in terre deserte, desolate, quasi del tutto prive di strade e lontane dai tracciati turistici ma che sono allo stesso tempo ricche di suggestioni.

In Africa vi è un Paese poco conosciuto ai viaggiatori internazionali ma che racchiude tutte queste caratteristiche: il Botswana.  

Una indimenticabile avventura “on the road” in questa nazione, che oltre ad una natura incontaminata vanta strutture sanitarie, scolastiche ed economiche di alto livello, può avere inizio con la inconsueta quanto curiosa traversata del fiume Limpopo, corso d’acqua che segna il confine tra il Paese e il Sudafrica, da compiere a bordo di quella che, non senza un po’ di innocente spavalderia, viene definita come la funivia transfrontaliera.

L’avventura ha inizio

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L’attraversamento del Limpopo a bordo di una gabbia di metallo ©Marco Santini

In realtà, per una questione legata al trasporto aereo, l’avventura ha inizio dalla cittadina di Polokwane, nel nord est del Sudafrica. Scesi dal velivolo si prosegue in auto per un paio d’ore fino a Pont Drift, sul confine tra i due Paesi. Qui lo scenario cambia e iniziano i primi piacevoli brividi provocati dall’adrenalina.

Prima prova da superare è l’attraversamento del Limpopo in una gabbia di metallo, o forse sarebbe meglio dire cestello. Il singolare mezzo di trasporto, spinto da un motore diesel, sorvola la corrente aprendosi la via fra una vegetazione decisamente lussureggiante.

Il tutto avviene sotto lo sguardo incuriosito di qualche animale spettatore inconsapevole di uno spettacolo per lui originale. Toccata di nuovo terra si entra finalmente in Botswana. Il tempo di sbrigare le indispensabili pratiche burocratiche e si è pronti per andare alla scoperta del territorio.

Ad accompagnare gli esploratori ci pensano le guide della Riserva Naturale di Mashatu che, in circa un’ora di auto, conducono al Mashatu Main Camp. La vasta e rigogliosa area, facente parte di una proprietà privata situata nel cuore del Tuli Block, deve il suo nome all’albero omonimo.

Un territorio sperduto, dominato da un silenzio assordante,  caratterizzato da un paesaggio vario, sorprendente colorato: verdi praterie si alternano a fitte foreste fluviali, paludi lasciano il posto a impervie colline rocciose.

Elementi diversi, e in alcuni casi mutevoli, che arricchiscono i panorami e regalano ai visitatori scorci che lasciano senza fiato.

La varietà della fauna

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©Marco Santini

Varietà di ambienti significa anche ricchezza di fauna. Non è un caso che quest’area sia la casa di numerosi animali che sfruttano l’imponenza degli alberi situati lungo i fiumi della riserva per ripararsi dai pericoli e dai caldi raggi del Sole.

Mashatu è un vero e proprio santuario dove vivono, seppur non proprio pacificamente, elefanti, giraffe, antilopi, struzzi e leopardi. Senza dimenticare le 350 specie di uccelli che dominano i cieli, tra cui il koribustard, animale simbolo del Botswana.

Safari a bordo di Toyota scoperte, lunghe escursioni a cavallo facendo campo ogni sera in un posto diverso, oppure tour in mountain bike: sono queste alcune delle attività attraverso le quali scoprire il territorio in modo divertente e avventuroso.

Emozioni garantite. Eppure il viaggio on the road nella parte meridionale del Botswana è solo all’inizio. Guidando per circa due ore su strade sterrate si esce dal Tuli Block. Lungo il cammino il paesaggio diviene surreale.

Si corre decisi lungo strade deserte e inaspettatamente asfaltate in direzione Ovest per raggiungere la piccola località di Palapye. Non è tanto questa cittadina ad attirare i visitatori quanto due suggestive località presenti nei dintorni.

Gioielli naturali

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©Marco Santini

La gola di Goo Moremi, situata fra le colline Tswapong, è un luogo imperdibile per quanti mano il birdwatching: l’area ospita siti di riproduzione di diverse specie di uccelli, tra cui gli avvoltoi (purtroppo in via di estinzione).

Ma non solo. Perché le colline sono anche casa per leopardi, iene, istrici e kudu mentre le falesie sopra la gola sono riparo sicuro per babbuini, scimmie e rock dassie. Un percorso da fare a piedi, ovviamente accompagnati da guide esperte, che richiede mezza giornata di cammino andata e ritorno. È vero, la fatica non manca ma sarà ricompensata dal piacere di ammirare luoghi incontaminati e dal fascino selvaggio.

Non lontano vi è un altro sito di immensa bellezza: il Khama Rhino Sanctuary. Si tratta di un’area vasta circa 8600 ettari di bush semi desertico dedicata ad un preciso progetto faunistico basato sull’inclusione delle comunità locali e sulla tutela dell’ambiente e degli animali, in particolare il rinoceronte.

L’avventura prosegue in direzione di Gaborone, la capitale del Botswana. Poco più di 300 km di autostrada che scorrono senza particolari problemi. Un viaggio, però, offrirà un’esperienza curiosa e divertente. 

Circa un’ora prima di arrivare in città ci si ferma accanto ad un sito che attesta l’attraversamento del Tropico del Capricorno, la massima latitudine sud dell’Equatore.

La sorprendete modernità di Gaborone

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Gaborone: la scultura ai tre capitribù nota come Three Dikgosi Monument ©Marco Santini

Può sembrare strano ma la capitale del Botswana, grazie alla scoperta di ricchi giacimenti di diamanti nel Paese, è una delle città sviluppata e con il più alto tasso di crescita al mondo. Gli scenari, qui, sono completamente diversi da quelli ammirati nella prima fase dell’avventura: il grande centro abitato è caratterizzato da moderni ed imponenti edifici, strade asfaltate, vie e piazze ben tenute.

Quasi ad accogliere i visitatori vi è un enorme monumento dedicato a chi ha fatto la storia del Botswana: il Three Dikgosi Monument.

Si tratta di sculture che si innalzano verso il cielo, solitamente privo di nuvole, realizzate per omaggiare i 3 capitribù, divenuti nel tempo eroi nazionali, che si sono impegnati per restare sotto il controllo dell’Impero Britannico.

In città non mancano i contrasti. Sulla via centrale, che risale agli anni ’80, c’è qualche piccolo negozio poco interessante per i turisti. Pochi passi più in là ecco i palazzi del governo mentre tutt’intorno, in una sorta di strana e interessante alternanza, spuntano quartieri ultramoderni e scampoli di deserto.

Una località fuori dai consueti schermi. E forse è proprio questo il fascino che ammanta Gaborone, città per certi versi unica. La capitale merita di certo una visita. Ma la città così moderna e tranquilla rappresenta solo un piccolo capitolo di una grande storia che ha come tema la natura.

Paesaggi di incredibile varietà

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©Marco Santini

Del resto le meraviglie naturali sono l’essenza di un viaggio on the road in Botswana. Per questo dopo i lussi di Gaborone si ritorna ad assaporare l’asprezza di un territorio romanticamente selvaggio. Tappa successiva è il Central Kalahari Game Reserve.

Il contrasto tra le due realtà è netto. Si entra, infatti, nella parte più primitiva e remota del deserto del Kalahari, una regione vasta circa 2 milioni e mezzo di km quadrati parte di un bacino che si espande dal Sudafrica alla Namibia, arrivando fino allo Zambia e all’Angola.

La sabbia è l’elemento dominante di questo ambiente. Eppure non mancano laghi. Non si tratta, però, di bacini lacustri di acqua dolce. Quelle piccole macchie azzurre che si perdono nella vastità del deserto sono salate.

Cuore di questo mondo fuori dal mondo è Central Kalahari, un luogo difficile da raggiungere anche in auto. Il mezzo migliore per arrivarci è l’aereo. Si badi bene: qui non ci sono aeroporti bensì piccole piste allestite da qualche lodge presente all’interno del Parco. È vero, un po’ di fatica la si fa. Ma l’esperienza a contatto con la natura vale il sudore speso per il viaggio.

La riserva ospita una moltitudine di predatori, tra cui i leoni del Kalahari dalla criniera nera. Il senso di pace e solitudine dominano su tutto. Il silenzio che tutto avvolge è struggente e piacevolmente malinconico.

Nel silenzio della natura a guardar le stelle

Il Campo di Tau Pan, primo campo semi-permanente costruito nel pieno rispetto dell’ambiente all’interno della Central Kalahari Game Reserve, è una base perfetta per andare alla scoperta del territorio.

I ritmi sono scanditi dal Sole. Alle prime luci dell’alba si parte alla scoperta di angoli remoti come la Deception Valley e i laghi salati. Sul far della sera, invece, ci si siede e si alza lo sguardo verso l’alto per guardare le stelle che sembrano più vicine e luminose grazie all’aria tersa.

Terra e cielo sembrano fondersi in un unico elemento. Anche questa è la magia di un territorio che sembra di un altro mondo.

Infoutili

Informazioni: Il Botswana è uno degli stati dell’Africa Australe: governo stabile, economia in crescita, alto livello di scolarizzazione, crimine bassissimo, sistema sanitario fra i migliori del continente.

Ma, soprattutto la più alta percentuale di territorio protetto al mondo e un sistema turismo che funziona alla perfezione. Il Botswana è il paradiso dei viaggiatori, anche se non certo di quelli dotati di budget limitati.

Come arrivare: dall’Italia, ideale il volo con BritishAirways (britishairways.com) che propone comodi voli giornalieri per Johannesburg, via Londra. Da qui si prosegue per Maun con voli Botswana Air dopo una sosta di poche ore.

Quando andare – Clima: la stagione secca da fine maggio a fine settembre. In questo periodo le temperature diurne sono estremamente gradevoli e di notte si può scendere anche sotto lo zero.

Durante il nostro inverno da dicembre a marzo arrivano le piogge che portano il verde e un clima mitigato. Febbraio è il mese in cui piove di più, ottobre e novembre sono molto caldi ma è il momento della nascita degli ungulati.

Fuso orario: +1 h rispetto all’Italia; stessa ora quando in Italia vige l’ora legale.

Documenti: passaporto con almeno 6 mesi di validità residua. Non è richiesto il visto.

Covid: dal 1 giugno 2022, non è più richiesto il Green Pass né altra certificazione equivalente per l’ingresso/rientro in Italia dall’estero.

Vaccini: nessuna vaccinazione richiesta.

Lingua: la lingua ufficiale è l’inglese e lo Setswana è parlato da oltre il 90% della popolazione.

Religione: cristiana e animista.

Testo e foto di Marco Santini|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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