Un complesso di cavità sotterranee di origine carsica, tra i più belli e spettacolari del pianeta, nella campagna pugliese a poca distanza dall’abitato di Castellana (BA), sull’altipiano carsico delle Murge.
Testo e foto di Michele Dalla Palma
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Nel silenzio della roccia, il tintinnio incessante di milioni di gocce d’acqua sembra scandire il ritmo, e il senso, del tempo. Un tempo infinito, che non ci è concesso comprendere. Troppo espanso per riuscire a contenerlo in un concetto accessibile alla nostra immaginazione.
Ancora più potente nel momento in cui, istintivamente chiudo gli occhi. Nel tentativo di intuire, soltanto con la percezione dei sensi, quello che la ragione non riesce a quantificare. Il tempo della pietra, e il suo respiro.
Un mondo separato dalla realtà degli uomini
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Questo è l’universo ipogeo, che ha sempre esercitato un fascino ipnotico nelle mie fantasie. E le grotte di Castellana, tra tutte, forse sono le più ammalianti.
Un complesso di cavità sotterranee di origine carsica, tra i più belli e spettacolari del pianeta, che si sviluppa per una lunghezza di 3348 metri e raggiunge una profondità massima di 122 metri dalla superficie.
Ma è solo la piccola parte visibile di questo mondo sotterraneo, che probabilmente nasconde intrecci, cavità e misteri proibiti alla curiosità degli uomini.
Per secoli, l’imbocco della Grave, profonda voragine che si apre nella campagna pugliese a poca distanza dall’abitato di Castellana, sull’altipiano carsico delle Murge, ha rappresentato una sorta di porta verso gli Inferi, anticamera di un mondo vietato agli uomini.
Pastori e contadini che avevano la sventura di passare lì vicino, soprattutto all’imbrunire, raccontavano di presenze misteriose che uscivano dall’antro, insieme a vapori che la superstizione popolare indicava come le anime degli sventurati che avevano trovato la morte precipitando nella voragine.
Soltanto nei primi anni dell’800, come testimoniano alcuni documenti conservati nell’Archivio Storico del Comune di Castellana-Grotte, venne organizzata una spedizione per il recupero di alcuni cadaveri dal fondo della Grave.
L’esplorazione delle grotte
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Si dovrà attendere il 1938 per una prima esplorazione sistematica delle grotte di Castellana, quando venne chiamato un esperto speleologo dell’Istituto di Speleologia di Postumia. Franco Anelli discese sul fondo della cavità e trovò “un basso passaggio, […] che continuava per alcune decine di metri fino a raggiungere una seconda vastissima caverna che la luce della lampada ad acetilene non riusciva a rischiarare…”.
Ritornò qualche giorno dopo, affiancato da un coraggioso operaio del luogo, Vito Matarrese. Si inoltrarono nell’interno della grotta per circa 300 metri, fermandosi al termine di una breve galleria discendente, oggi denominata Corridoio del Serpente, di fronte a un profondo pozzo.
In varie ulteriori discese Anelli e Matarrese esplorarono seicento metri di cunicoli, corridoi e sale, fermandosi davanti a una nuova voragine, ubicata nell’attuale Corridoio del Deserto. Lo speleologo friulano eseguì il primo rilievo della grotta, che completò nel settembre dello stesso anno durante la sua terza spedizione nel cuore di pietra di Castellana.
Vito Matarrese, nel frattempo diventato anch’egli un esperto speleologo, continuò da solo l’esplorazione delle grotte, superando la voragine del Corridoio del Deserto e raggiungendo il limite attuale del sistema carsico: la Grotta Bianca, da lui scoperta nel 1939.
La genesi delle grotte pugliesi
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Castellana rappresenta un vasto sistema di caverne che si sviluppa per circa 3 chilometri ad una profondità media di 70 metri, ed è uno degli aspetti più appariscenti del carsismo pugliese, un insieme di fenomeni prodotti, sia in superficie che nel sottosuolo, dall’azione dissolutiva esercitata dalle acque piovane sulle rocce calcaree dell’altipiano delle Murge.
La storia della Grave delle inizia nel Cretaceo superiore (novanta-cento milioni di anni fa), quando la Puglia era sommersa da un antico mare nel quale vivevano vaste colonie di molluschi e vegetali marini.
Per milioni di anni generazioni e generazioni di queste forme di vita si erano succedute le une alle altre e, morendo, i loro gusci svuotati e le loro carcasse si erano accumulati sul fondo del mare formando un gigantesco deposito di fango e di sabbia che, con il suo lento ma continuo accrescimento, comprimendosi formò uno strato di calcare dello spessore di diversi chilometri.
A partire da sessantacinque milioni di anni fa, il progressivo innalzamento delle terre configurò la regione nel suo aspetto attuale e nella massa calcarea emersa, a causa della sua rigidità, si formarono estese fratture che la incisero in profondità.
L’acqua pluviale, percolando nel sottosuolo formò una grande falda acquifera sotterranea, in grado di sciogliere gradualmente il calcare e di allargare le fratture; nel tempo, queste si collegarono le une alle altre per il crollo delle rocce frapposte formando, così, piccoli condotti via via lavorati dall’acqua e trasformati in ambienti sempre più ampi.
Nei luoghi in cui le fratture s’intersecavano in gran numero (fenomeno nella Grave più rilevante che in qualsiasi altro punto del sistema carsico castellanese) si determinarono estesi e ripetuti crolli, che si ampliarono sempre più verso l’alto, riducendo, con il passare del tempo, lo spessore di roccia che separava la cavità dall’esterno, finché lo strato residuo, ormai assottigliato, crollò facendo giungere all’interno della Grave il primo raggio di luce.
Il Concrezionamento, magia del mondo ipogeo
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L’aspetto più affascinante del paesaggio estetico delle Grotte di Castellana è il rivestimento delle nude pareti delle caverne da parte di depositi di calcare che, attraverso tempi lunghissimi, sono stati portati in sospensione dall’acqua piovana nel suo lento attraversamento degli strati rocciosi sovrastanti.
Una volta raggiunti i vuoti delle caverne, l’acqua di stillicidio cadendo al suolo lascia, sia sulla volta che sul pavimento, un deposito di carbonato di calcio che permette la crescita delle stalattiti, le formazioni che pendono dal soffitto, e delle sottostanti stalagmiti.
Con il trascorrere del tempo il progressivo accrescimento della stalattite e della stalagmite porterà alla loro unione e alla formazione di una colonna. Oltre a queste forme elementari, esistono molte altre tipologie di concrezionamento, quali le colate e le cortine, dovute allo scorrimento dell’acqua, le concrezioni coralloidi e i cristalli di laghetto, generati in ambiente subacqueo e, infine, le concrezioni eccentriche, che sfidano la legge di gravità, e le perle di grotta, strati successivi di calcite originati attorno ad un microscopico granello di roccia.
Un capitolo a parte meritano le cosiddette stalattiti eccentriche. Queste formazioni, di dimensioni generalmente ridotte, non obbediscono alla legge di gravità come le normali stalattiti. Esse si accrescono invece lateralmente, a semicerchio e perfino verso l’alto, dando vita a forme spettacolari.
Infoutili
Le Grotte di Castellana sono aperte tutto l’anno; la visita si snoda lungo un percorso agevolmente percorribile e con la presenza esperta di guide multilingue. All’interno delle grotte vengono periodicamente realizzati eventi artistici, teatrali, concerti. Per informazioni e prenotazioni:
Numero Verde 800.213.976 – Centralino Grotte +39 080.499.8221
Come arrivare:
Il porto di Bari dista 51,1 km passando per SS100
L’aeroporto di Bari dista 58,1 km passando per SS16 e SS100
Linea Grotte Link che comprende treno + bus che collega la stazione di Bari Centrale con le Grotte di Castellana.
Cosa vedere nei dintorni delle grotte
Le Grotte di Castellana si trovano nell’omonimo comune che dista circa 40 Km da Bari, e sono la “porta” della bellissima Valle d’Itria. Inserite nel contesto Costa dei Trulli hanno una posizione strategica per il turista o il viaggiatore. Sono infatti localizzate in un vero e proprio crocevia di meraviglie paesaggistiche.
Scoprire le grotte e fotografarle con FotoVideoAcademy Italia
Le Grotte di Castellana fanno parte delle Exclusive Experience proposte ai partecipanti nel workshop fotografico “Da Matera alla Murgia” con Michele Dalla Palma; la prossima data di realizzazione è dal 23 al 26 marzo. Per informazioni e iscrizioni.
Testo e foto di Michele Dalla Palma| Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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