Aumento delle temperature, crescita del livello dei mari, ritiro dei ghiacciai e piogge torrenziali sono alcune delle conseguenze dei cambiamenti climatici. Sono numerosi i luoghi in pericolo nel mondo.
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Pare ormai certo che i cambiamenti climatici avranno profonde conseguenze anche sul settore del turismo. Non poche delle principali destinazioni di viaggio del mondo rischiano di subire gravi conseguenze da quelli che ormai appaiono come inarrestabili sconvolgimenti dell’ecosistema.
L’innalzamento del livello del mare sta, ad esempio, mettendo in pericolo grandi città, tra cui Venezia. L’aumento delle temperature, poi, provoca effetti sui ghiacciai e causando scarsi raccolti nei vigneti della California settentrionale. Senza dimenticare che alcune meraviglie naturali, come la Grande Barriera Corallina, potrebbe scomparire del tutto.
Come ricorda Condé Nast Traveler oggi è possibile visitare responsabilmente la maggior parte di queste destinazioni. Del resto il turismo è un settore necessario per aiutare queste località da un punto di vista economico.
Eppure c’è anche un altro modo per sostenere tali mete: donare fondi a organizzazioni come la Coalition for Rainforest Nations e la Clean Air Task Force che stanno lottando per preservare e proteggere questi luoghi.
La nota rivista ha indicato 18 destinazioni che, duramente colpiti dal cambiamento climatico, rischiano di sparire per sempre.
Grande Barriera Corallina, Australia
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Con una superficie di oltre 2.000 km, la Grande Barriera Corallina si estende al largo della costa nord-orientale dell’Australia e rappresenta il più grande sistema di barriera corallina del mondo.
L’aumento delle temperature oceaniche sta causando lo sbiancamento dei coralli, fenomeno che comporta la distruzione di un habitat vitale per la vita marina.
Venezia
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L’innalzamento delle acque rappresenta un fenomeno devastante per città come Venezia. La romantica località veneta, come si sa, deve già affrontare il fenomeno delle maree.
Con l’innalzamento del livello degli oceani, Venezia rischia di subire inondazioni più gravi.
Molto è stato fatto per evitare guai peggiori, basti pensare al Mose, il sistema formato da paratoie, installate nel fondale delle bocche di porto, che consentono di separare temporaneamente la laguna dal mare quando è previsto un evento di acqua alta. Ma ci sono timori per il futuro.
Glacier National Park, Montana
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Esteso su un milione di acri nel Montana, al confine tra Stati Uniti e Canada, il Glacier National Park è messo in pericolo dall’aumento delle temperature globali.
Questo ecosistema incontaminato, che ospita centinaia di specie di animali e migliaia di piante, sta rapidamente perdendo i ghiacciai.
Secondo i dati pubblicati nel maggio 2017 dall’U.S. Geological Survey e dalla Portland State University, dal 1966 il riscaldamento globale ha ridotto notevolmente le dimensioni di 39 ghiacciai situati nel parco. Gli scienziati prevedono che il ghiaccio sparirà del tutto entro la fine del secolo.
Mar Morto
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Brutte notizie riguardano anche il Mar Morto che si sta riducendo a un ritmo di circa 90 centimetri all’anno. In questo caso i danni non sono provocati solo dai cambiamenti climatici ma anche direttamente dall’uomo.
La costruzione di dighe e condutture nel corso degli anni ha inciso sulla riduzione dei livelli delle acque di afflusso. Va aggiunto che l’estrazione da parte delle aziende cosmetiche di minerali, considerati terapeutici, si è rivelata altrettanto dannosa.
Secondo gli esperti, se non ci saranno novità il Mar Morto potrebbe essere completamente asciutto entro il 2050.
Amazzonia
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L’Amazzonia, polmone verde della Terra, è la più grande foresta pluviale della terra tanto che copre circa il 40% del Sud America. Questo ambiente ospita una ricca flora ed una altrettanto florida fauna.
I cambiamenti climatici hanno reso la foresta un habitat fragile. Siccità estreme hanno duramente colpito le specie di alberi sparse un po’ ovunque in Amazzonia. Di conseguenza, le piante sono vulnerabili al deperimento e più suscettibili agli incendi boschivi.
Penisula Yamal, Russia
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Situazione complicata anche nell’estremo nord della Russia.
Gli indigeni Nenet sono stati costretti a modificare i loro modi di allevare le renne in base proprio alle conseguenze del cambiamento climatico.
Il permafrost si scioglie e la stagione invernale si accorcia. Nell’inverno del 2013, temperature insolitamente calde hanno portato la pioggia sulla penisola: tale acqua si è gelata e ha ricoperto i pascoli di uno spesso strato di ghiaccio.
Un disastro per le renne che non sono riuscite a scavare nel ghiaccio per trovare cibo: decine di migliaia di animali sono morti di fame. Secondo gli scienziati tali eventi potrebbero accadere sempre più spesso.
Maldive
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Situate nell’Oceano Indiano, a sud-ovest dell’India, le Maldive sono costituite da una serie di atolli poggiate su basamenti di roccia calcarea e corallina.
L’innalzamento del livello dei mari è particolarmente allarmante per l’arcipelago. In media le circa mille isole si trovano a solo 90 centimetri sul livello del mare. Si prevede che i 26 atolli nell’Oceano Indiano settentrionale diventeranno inabitabili entro il 2050.
Il governo locale ha annunciato che le Maldive diventeranno una città galleggiante. Progetto ambizioso per evitare di perdere per sempre uno dei luoghi più affascinanti del mondo.
Key West, Florida
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La crescita dei mari è un problema che riguarda anche Key West, città più meridionale degli Usa e località nota per i suoi edifici color pastello e le acque cristalline.
L’Army Corps of Engineers stima che il livello del mare nelle Florida Keys aumenterà di circa 38 centimetri nei prossimi 30 anni. Ciò significa seri guai per Key West.
Valle del Rodano, Francia
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L’aumento delle temperature globali rende l’ambiente inospitale per la vite. Un enorme problema per questa area situata nel sud della Francia e tra le regioni vinicole più decantate al mondo.
Molti esperti prevedono che con il crescere delle temperature la produzione avvizzirà e i produttori di vino saranno costretti a trasferirsi in località più fresche nel Nord Europa. Un duro colpo per l’economia transalpina.
Mumbai, India
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Con quasi 20 milioni di persone Mumbai è una delle città più popolose del mondo. La sfida che la megalopoli dovrà affrontare in futuro riguarda sempre l’innalzamento del livello dei mari che potrebbero sommergere parte del centro abitato.
Un aumento dell’acqua di appena 5 cm entro il 2050 farebbe sì che Mumbai sia soggetta a frequenti inondazioni.
Ad essere colpita in modo particolare sarebbe la fascia di popolazione più povera che vive nelle baraccopoli sulla costa della città. Uno scenario terrificante.
Alpi
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I segni del cambiamento climatico si ripercuotono anche sulle Alpi, la grande catena montuosa europea. L’aumento delle temperature provoca lo scioglimento della neve.
Per di più con il tempo continua ad accorciarsi la stagione per gli sport invernali: nel 2017, ricorda il Time, era di 38 giorni in meno rispetto al 1960. Un problema anche di carattere turistico.
Molti resort stanno offrendo trattamenti termali e attività all’aperto per attirare visitatori anche fuori dalla stagione sciistica.
Napa Valley, California
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Situata a circa un’ora di strada da San Francisco, la Napa Valley è considerata la regione dei vini più famosa della California e tra le principali destinazioni negli Stati Uniti per gli enofili.
Come sta accadendo per la Valle del Rodano, il clima temperato che è stato a lungo un vantaggio per i viticoltori sta subendo un cambiamento.
E cambiamento significa sconvolgere il settore enologico che quello turistico, con importanti ripercussioni sull’economia. Esperti sostengono che l’aumento della frequenza delle torride giornate estive renderà l’area inospitale per le uve da vino premium che vi crescono.
Rio de Janeiro
![Rio de Janeiro, Brasile](http://www.latitudeslife.com/wp-content/uploads/rio-de-janeiro-1963744_1280-1024x682.jpg)
Rio de Janeiro potrebbe essere la città sudamericana più colpita dai cambiamenti climatici.
Da alcune proiezioni è emerso un quadro a dir poco fosco: se le temperature continuano ad aumentare, il livello del mare intorno a Rio aumenterà fino a circa 82 cm entro l’anno 2100.
Ciò significa che le famose spiagge di Rio de Janeiro spariranno così come scompariranno anche alcuni quartieri dell’entroterra. Di male in peggio. Perché l’innalzamento delle acque porterebbe anche a frane e alla diffusione di malattie.
Alaska
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Anche l’Alaska è in serio pericolo a causa dei cambiamenti climatici. La natura selvaggia di questo Stato offre ai viaggiatori numerose opportunità di praticare attività sportiva, tra cui andare in kayak sul fiume Kenai o fare un’escursione nel Parco Nazionale di Denali, in un contesto incontaminato e di grandi suggestioni.
Purtroppo, però, l’Alaska sta subendo mutamenti che stanno colpendo duramente il territorio: erosione costiera, ritiro del ghiaccio marino e scioglimento del permafrost.
Le calotte glaciali si stanno ritirando a ritmi straordinari e ciò provoca anche frane così importanti che possono essere registrate sulla scala Richter, quella usata per misurare i terremoti. Per di più le temperature che crescono favoriscono la propagazione degli incendi.
Osaka
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Situata nella regione del Kansai, Osaka è uno dei più grandi centri commerciali del Giappone ed una delle principali destinazioni culinarie del Paese.
La località si trova ad una altitudine media sul livello del mare di soli 23 metri. Se la temperatura globale aumenterà di 3 gradi Celsius, così come prevedono alcuni scienziati, vaste aree della metropoli verranno sepolte dalle acque.
New Orleans
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Tutti ricordano gli effetti devastanti dell’uragano Katrina che ha distrutto la città nel 2005. La situazione non è rosea neanche per il futuro. New Orleans è situata vicino al Golfo del Messico: ciò significa che le tempeste tropicali continueranno ad abbattersi sulla città.
Altro pericolo per New Orleans è rappresentato dal fiume Mississippi soggetto a inondazioni che potrebbero superare le dighe marine. Il tutto è aggravato da un sensibile aumento di eventi di pioggia estrema, il cui numero è aumentato del 62% tra il 1950 e il 2015.
Madagascar
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Situata appena al largo della costa sud-est dell’Africa, l’isola del Madagascar è densa di fauna selvatica diversificata. Il Paese deve affrontare diversi problemi legati al cambiamento climatico.
Le lunghe stagioni secche hanno ridotto le scorte di germogli di bambù freschi, prezioso alimento dei lemuri mentre le inondazioni sempre più frequenti e l’innalzamento del livello del mare stanno distruggendo habitat delicati come le foreste di mangrovie.
Vi è poi la drammatica questione dello sbiancamento dei coralli nelle barriere costiere che minaccia la sopravvivenza di molte specie marine.
Lagos, Nigeria
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Lagos non solo è la città più popolosa della Nigeria ma è anche un centro commerciale e culturale situato nel Golfo di Guinea e un polo turistico grazie alle numerose e splendide spiagge di sabbia bianca.
L’aumento della frequenza dei forti temporali sta mettendo a dura prova le infrastrutture della città. L’innalzamento del livello del mare, poi, non fa che accrescere il problema.
Testo di Gabriele Laganà|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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