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Sudafrica: Ndebele, abitare i colori

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In Sudafrica ancora oggi è ben radicata la pittura murale Ndebele, una forma di arte dal forte valore simbolico. Una tradizione che in passato aveva un significato particolare.

Testo e foto di Stefano Pensotti

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Le case colorate della popolazione Ndebele del Sudafrica ©Stefano Pensotti

Il Sudafrica è una destinazione adatta a ogni tipo di viaggiatore: accoglienza calorosa, clima ideale, scenari spettacolari, sistemazioni moderne e ottima cucina.

Ognuna delle 9 province ha molto da offrire in termini di varietà di esperienze, a partire dalle sue attrazioni urbane fino ai paesaggi naturali che costellano il Paese in lungo e in largo.

Tra città e natura

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Gente di Soweto. Johannesburg, Sudafrica ©Stefano Pensotti

Molti i luoghi di notevole interesse che meritano una visita. Innanzitutto tra le città da non perdere vi è Johannesburg, cuore pulsante dell’economia sudafricana e principale punto d’accesso al Sudafrica.

Il grande centro urbano offre infinite opportunità: dalle attività culturali grazie alla sue gallerie d’arte, teatri, pub e locali aperti tutta la notte.

Altrettanto interessante è Soweto: la città, nel vivo della storia e della cultura del Paese, si trova nella periferia sudovest di Johannesburg ed è la più grande e famosa township del Sudafrica. Da focolaio delle attività anti apartheid si è trasformata nel tempo in un allegro e vivace centro dove si può conoscere la cultura e la storia del Paese.

La città è anche famosa per Vilakazi Street, forse la strada più famosa dello Stato. In questa via hanno vissuto due Premi Nobel per la Pace: Nelson Mandela e il reverendo Desmond Tutu.

Altrettanto interessante è Sun City. Situata nei pressi della grande riserva faunistica di Pilanesberg National Park, è un mega-resort che sorge nella provincia del Nordovest.

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Le attrazioni di Sun City, Sudafrica ©Stefano Pensotti

Il complesso comprende quattro alberghi: Soho Hotel, Cascades Hotel, The Cabanas e The Palace of the Lost City.

Dai grandi centri urbani alla tranquillità della natura. È un piacevole obbligo percorrere la Panorama Route, tra le strade turistiche più famose al mondo.

Lungo il percorso si incontra il Blyde River Canyon, uno dei canyon più lunghi al mondo che regala straordinari panorami e tra i migliori scorci scenografici del Paese. Un sito imperdibile: situato nella provincia di Mpumalanga, vanta punti panoramici come God’s Window e peculiari formazioni rocciose come The Three Rondavels che garantiscono grandi suggestioni.

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Ippopotami in un fiume del Kruger National Park ©Stefano Pensotti

Tra le attività da praticare ci sono arrampicate, nuoto e trekking. Il territorio, inoltre, ospita oltre 1.000 specie di flora e fauna.

Chi giunge in questo territorio deve visitare Pilgrim’s Rest, piccolo nucleo di valore storico e importante centro abitato durante la corsa all’oro nel Transvaal a partire dal 1873.

Quanti amano la natura devono concedersi del tempo per esplorare il Kruger National Park, uno dei parchi più famosi al mondo. Situato al confine con Mozambico e Zimbabwe, ricopre una vasta area di vegetazione e savana nelle regioni più a nord del Sudafrica.

Il Parco si estende per più di 20.000 km2 e conta ben 16 ecosistemi, in cui è possibile incontrare i famosi Big Five in un safari a piedi o a bordo di una 4×4.

I villaggi degli Ndebele

In Sudafrica vivono ancora oggi tradizioni e culture forse poco conosciute. Il Paese è uno scrigno che conserva tesori come i villaggi degli Ndebele, situati nella parte nord del Sudafrica nelle regioni di Gauteng e Mpumalanga.

Gli Ndebele sono un popolo che appartiene al più ampio gruppo degli Ngoni, stanziati nell’Africa meridionale, e vengono considerati imparentati con gli Swazi e gli Zulu.

All’inizio del 1600, il popolo Ndebele decise di allontanarsi dagli Zulu e di stabilirsi sulle colline del Gauteng vicino a dove si trova ora la capitale Pretoria. Alla fine del XVIII secolo gli Ndebele hanno costituito un proprio Stato di stampo monarchico che tuttora sopravvive.

Fino al 1883, gli Ndebele erano potenti proprietari terrieri e feroci guerrieri, con vasti possedimenti agricoli.

La situazione cambiò quando i boeri riuscirono a sopraffare gli Ndebele arrivando a confiscare tutta la loro terra. Per di più obbligarono le famiglie dei nemici a lavorare le terre che avevano posseduto a beneficio dei farmers bianchi.

Si ritiene che questa situazione, durata fino al XX secolo, abbia generato la tradizione della decorazione pittorica dei rondawel Ndebele (abitazione rotonda tradizionale).

Le decorazioni delle case Ndebele

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Gli Ndebele people, tribù africana che vive in Sudafrica nei pressi di Bronkhorstspruit, sono famosi per le loro case colorate ©Stefano Pensotti

Costretti ad una vita opprimente, il popolo Ndebele iniziò a dipingere le case con simboli espressivi per comunicare segretamente tra loro. Questi dipinti sono diventati un’espressione sia di resistenza culturale che di continuità.

Come le trapunte afroamericane “strumenti di trasmissione culturale” che fungevano da punti di riferimento per gli schiavi in ​​transito, i dipinti murali degli Ndebele divennero degli avvertimenti per gli indigeni che passavano accanto alle fattorie: “Siamo Ndebele. Gli Ndebele vivono qui”.

I contadini boeri non ne capivano il significato e consideravano quest’arte culturale come decorativa e innocua e, quindi, non intervennero per bloccarle.

La pittura murale Ndebele ha allo stesso tempo un forte valore simbolico ed è strettamente legata alla casa e al rapporto della famiglia con essa.

Al momento del matrimonio gli uomini erigono la casa tradizionale con mattoni di terra impastata e sterco di vacca. Le donne affrescano le pareti con ricchi motivi geometrici appresi da ragazze. Gli affreschi vengono modificati e ridipinti in momenti particolari della vita di famiglia: ai riti di iniziazione dei figli maschi o prima del raccolto e della stagione dei matrimoni.

Questa tradizione viene tramandato nelle famiglie di generazione in generazione dalle madri. E così ha fatto Linah Nolanga Skosana, 70 anni, che ha appreso la tecnica di pittura e le forme geometriche delle texture tradizionali Ndebele dalla mamma.

Una casa ben dipinta indica che la donna della famiglia è una brava moglie e madre.

Storicamente ogni famiglia utilizzava un unico rondawel per le attività quotidiane come, ad esempio, cucinare e dormire. Attualmente il rondawel viene utilizzato per le cerimonie tradizionali e nel retro sono costruite case in muratura ad un singolo piano per uso quotidiano.

L’arte Ndebele oggi

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Le case colorate degli Ndebele ©Stefano Pensotti

Oggi la pittura murale è praticata dalle donne anziane e da un numero esiguo di giovani: non si usano più i tradizionali colori naturali ma quelli sintetici, più resistenti alle piogge e più brillanti.

I cambiamenti e gli adattamenti sono risposte espressive a nuovi potenti stimoli esterni.

L’attuale arte murale Ndebele include immagini moderne di aeroplani e lampadine, telefoni e la bandiera del Sud Africa mentre le attuali lattine di Coca-Cola e le code di aeroplani della British Airways mostrano motivi astratti Ndebele; e de Beers produce collari con perline pseudo-Ndebele da gemme preziose.

Il significato dell’abbigliamento

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Anche i vestiti della gente Nbedele sono estremamente colorati ©Stefano Pensotti

Anche l’abbigliamento ha un preciso valore. Quello attuale segue fogge europee mentre nelle occasioni quali riti di iniziazione dei giovani, matrimoni, feste familiari, ricorrenze speciali, torna quello di un tempo. Gli uomini sfoggiano tenute ricche di piume, pelli di animali selvatici, collane e bracciali di perle di vetro o di metallo. Ragazzi e ragazze giovani si limitano a un piccolo grembiule di pelle.

Le donne sposate indossano sempre una qualche forma di copricapo in segno di rispetto per suo marito. Questi andavano da una semplice fascia di perline o un berretto lavorato a maglia a elaborati copricapi di perline.

La coperta Umbhalo, con le sue suggestive strisce colorate, è usata solo dalla donne sposate Ndebele. Le perline vengono spesso aggiunte a queste coperte e vengono indossate durante le cerimonie tradizionali.

Un difficile passato

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©Stefano Pensotti

La comunità originaria di Mapoch si trovava a Pretoria in un’area chiamata Wonderboom.

Gli appartenenti ad essa vivevano nei pressi di una fattoria di un afrikaner che ad inizio anni ’50 del secolo scorso organizzò una petizione rivolta al governo per far rimuovere la comunità da quella terra di cui rivendicava la proprietà.

Nel 1952, sotto le politiche dell’apartheid, la comunità Ndebele venne spostata con la forza dai suoi insediamenti tradizionali per far posto alle comunità bianche. L’anno seguente quelle famiglie Ndebele vennero definitivamente sistemate in un’area poco interessante per i farmers bianchi, a circa 40 chilometri nord est da Pretoria.

E così nacque l’attuale villaggio sotto l’autorità dell’Ikozi Speelman Buhlakani Msiza. Per il villaggio venne scelto il nome “Mabhoko”, nome di uno dei defunti re Ndebele. I bianchi ebbero difficoltà a pronunciare Mabhoko e, pertanto, lo chiamarono “Mapoch”.

Oggi la Ndebele Nation è preoccupata per la conservazione delle sue tradizioni in particolare della educazione artistica delle sue giovani donne pre-adolescenti e pre-iniziate al mantenimento creativo dell’arte classica Ndebele in forma di perline e pittura murale.

Il declino della cultura Ndebele

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Gli Ndebele people, tribù africana che vive in Sudafrica nei pressi di Bronkhorstspruit ©Stefano Pensotti

Sua Maestà il Re Mayitjha III, sovrano Ndebele fino la 2005 anno della sua morte, organizzò corsi di pittura tradizionale con le due artiste Ndebele Ester Mahlangu e Francina Ndimande nel villaggio di Mabhoko, allora sede del potere. Dopo la morte del sovrano il villaggio Mapoch perse di importanza: e così i giovani, in cerca di fortuna, andarono nella vicina Pretoria.

Oggi il villaggio è abitato solo dagli anziani. L’autorità nel villaggio è assunta da un capo, chiamato Ikozi, coadiuvato da un gruppo di consiglieri anziani.

I rondawel tradizionali ed le strutture del centro congressi si stanno deteriorando anno dopo anno, i corsi di arte con perline e pittura si sono interrotti e le due famose artiste, entrambe con più di 80 anni, sono andate via. Ma l’impronta che hanno lasciato resisterà anche al lento scorrere del tempo.

Infoutili

Informazioni: Ente turismo sudafricano

Come arrivare:  tra le compagnie che volano in Sudafrica segnaliamo la compagnia francese Air France e la olandese Klm.

Quando andare – Clima: Come in tutto l’emisfero australe, le stagioni sono invertite rispetto all’Italia, ma questo viaggio si può realizzare in ogni periodo dell’anno. Durante i nostri mesi estivi le temperature saranno più fresche al mare, anche freddo di notte, mentre durante i nostri mesi invernali troveremo temperature più torride all’interno ma sempre mitigate dal vento e dalla mancanza di umidità.

Viaggio organizzato: il viaggio raccontato in queste pagine si svolgerà dal 12 al 27 agosto 2023: Natura, cultura e tradizioni della nazione arcobaleno. La quota di partecipazione è di 2280 EURO. Il viaggio sarà accompagnato dal fotografo professionista Stefano Pensotti. Per maggiori informazioni su questo viaggio fotografico e per scaricare il programma.

Fuso orario: nessuna differenza con l’ora legale italiana mentre c’è un’ora in più rispetto all’ora solare italiana. Tutto il Sudafrica (UTC+2) è infatti avanti di un’ora rispetto all’Italia (UTC+1), ma la differenza si annulla quando in Italia è in vigore l’ora legale che in Sudafrica non esiste.

Documenti: Passaporto in corso di validità per almeno 90 giorni dall’ingresso nel paese.

Vaccini: Nessuna vaccinazione richiesta.

Lingua: in Sudafrica ci sono 11 le lingue ufficiali ma tutti parlano inglese.

Religione: le religioni più diffuse sono quella protestante, cattolica e anglicana; una buona parte della popolazione è animista.

Valuta: Il Rand sudafricano. Al momento della stesura di questo articolo un Euro equivale a circa 20 Rand. Le maggiori carte di credito sono largamente diffuse.

Elettricità: 220 v, in caso di viaggio in Sudafrica sarà necessario portare con se un adattatore fra spine europee e prese sudafricane.

Telefono:  Per chiamare il Sudafrica dall’Italia si compone lo 0027 seguito dal prefisso locale e dal numero dell’abbonato. Per chiamare l’Italia si compone lo 0039 seguito dal prefisso e dal numero telefonico. Ottima la copertura cellulare.

Abbigliamento: Il classico abbigliamento da viaggio, a strati. Per la città casual e smart casual.

Suggerimenti: in Sudafrica si guida a sinistra come in Gran Bretagna e in tutta l’Africa Australe. Meglio avere una traduzione in inglese della patente o quella internazionale.

Testo e foto di Stefano Pensotti|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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