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Galapagos: isole in evoluzione

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Leone marino, Galapagos,Ecuador
Leone marino, Galapagos,Ecuador

Lontane da tutto le Galàpagos conservano un ecosistema e una biodiversità intatti. Oggi l’uomo non è più percepito come una minaccia. Chissà cosa ne penserebbe Darwin a vedere albatros, fringuelli, foche che non scappano e si mettono in posa. O semplicemente aveva ragione.

Con la sua faccia arcigna, si può dire faccia di un uccello? Lo sguardo severo, il naso, il becco da pirata che gli danno l’aspetto perennemente arrabbiato, il falco delle Galàpagos se ne sta oltre il sentiero, immobile, statuario, a guardare quei bipedi colorati comparsi da qualche generazione che passano, innocui e buffi, in ordinata fila sui camminamenti a loro riservati. E’ fieramente appoggiato al ramo più basso di un cespuglio, in mostra, proprio a due passi, ma comunque a una distanza di sicurezza. Non per paura, non ha nemici da queste parti e non si ha da tempo notizia di bipedi colorati che abbiano fatto del male ai falchi. E non ci sono altri animali che possano minacciarlo. Puro snobismo, insomma. E da lì ti guarda tra lo sprezzante e l’accondiscendente. E’ il più fiero, il più nobile e scorbutico, degli abitanti di questo posto.

Gli altri rappresentanti di questo colorato popolo se la tirano meno. Appena più in là infatti un gruppetto di starnazzanti albatros, più democratici e disponibili, proprio a ridosso del sentiero si concede ai visitatori con piccoli spettacoli di scherma a colpi di becco. Becchi lucidi, penne lisce, magnifici quando li vedi volare sopra le onde, lisce sculture che sembrano di cera quando si appollaiano a terra. Un pulcino, che è un ammasso di lanugine, spunta da un nido tra i cespugli, aria spaesata, occhi stralunati, non si è ancora ambientato in quei pochi giorni passati fuori dall’uovo, tra un po’ capirà di avere avuto la fortuna di nascere nel posto più sicuro del mondo, per lui. E scatena mitragliate di scatti da ogni sorta di apparecchio atto a fissare immagini. La rivoluzione digitale di questi anni fa il mondo in miliardi di pezzetti trasportabili fino a casa. Senza costi.

C’è un nido di sule, più avanti, con un uovo dentro e la mamma che cova. Sono grossi uccelli, le sule, un po’ anatre un po’ oche con una buffa caratteristica, le zampe colorate. Non colorate normalmente. Una specie le ha rosse, ma proprio rosse, e si chiama sula dalle zampe rosse. Un’altra specie le ha azzurre, ma proprio azzurre come un cielo impressionista, e si chiama sula dalle zampe azzurre. E’ la più spettacolare. Nessuna ragione conosciuta perché il creatore abbia deciso di concentrare nei piedi il loro principale elemento di attrazione. Un ranger mi dice che è a causa di una certa alga (blu?) che le sule dalle zampe azzurre mangiano. Non è credibile. Giù nella spiaggia che si intravede da qui attraverso la boscaglia secca, foche lucide e pigre in spiaggia, si allungano al sole con voluttà. Maschi felici controllano il proprio harem di femmine, le femmine si prendono cura dei piccoli, i piccoli vanno avanti e indietro dal mare facendo versetti di piacere. Vita tranquilla anche per le foche, qualche squalo al largo, semmai, ma basta starci attenti. Un po’ di fastidio magari per i bipedi colorati che saranno innocui ma un poco invadenti e non sanno resistere ai selfie-con-foca.

Granchi, Galapagos, Ecuador
Granchi, Galapagos, Ecuador

Gli scogli sono coperti di tappeti di granchi arancioni quasi trasparenti. A centinaia, migliaia, piantati sulle rocce risaltano sulla lava bagnata dalle onde che frangono. Non scappano nemmeno loro. Nessun animale si spaventa all’arrivo dell’uomo da queste parti. Nemmeno quelli più timidi. Così lontane da tutto le Galàpagos non sono mai state interessanti per l’uomo se non per qualche equipaggio di pirati che passano di qui a far provvista di testuggini, da usare come carne in scatola. E l’uomo non è più percepito come un pericolo.

Iguana di terra, Galapagos, Ecuador
Iguana di terra, Galapagos, Ecuador

Le iguane di terra disegnano di strisce nere, o variamente colorate, le spiagge, gli scogli, le piccole radure, se non stai attento le calpesti. Quelle marine ti seguono in acqua, ti circondano curiose quando nuoti, discretamente inquietanti quando compaiono in gruppetti di una dozzina, piccoli mostri sinuosi come serpenti. Capita anche di incontrare una tartaruga, di solito solitaria, di solito pigra (mai vista una nuotare in fretta) salita sotto il pelo dell’acqua a prendere una boccata d’aria per scomparire lemme, lemme, nel blu profondo, insieme a pesci di varia forma e colore. Per non farsi mancare nulla lo zoo Galàpagos dispone anche di una specie di pinguino. Piccolo e bruttino a dire il vero se confrontato con gli elegantoni del Polo sud.

Fregata Magnificens, Galapagos, Ecuador
Fregata Magnificens, Galapagos, Ecuador

Ci sono anche gli stagni con il tradizionale corredo di fenicotteri rosa che zampettano eleganti, mentre nel cielo stormi di sule che si tuffano in acqua a capofitto buttandosi nei branchi di pesci individuati dall’altro. A tenerle d’occhio mentre pescano, dozzine di magnifiche fregate (Fregata magnificens, appunto) spettacolari pirati dell’aria dalle silhouette perfette, tutte nere, stilizzate, che invece di faticare a pescare aspettano veleggiando senza muovere una penna, che le ingenue sule tornino in aria con un pesce nel becco per rapinarle approfittando della mole maggiore e capacità aviatorie notevoli. Con vari sistemi. Per esempio prendendole per le penne della coda in modo che lascino la preda. Puoi persino vederle all’opera. Le sule non hanno ancora capito l’antifona.

Ovunque incontri una delle 14 varianti dei fringuelli di Darwin, i pinzon de Darwin. Con il becco corto, medio, lungo, tozzo, elegante, ecc. che hanno aiutato il naturalista inglese ad elaborare la sua teoria dell’evoluzione della specie. Che ti viene spiegata per bene alla Charles Darwin Research Station sull’isola di Santa Cruz, un santuario scientifico dove si aggirano i naturalisti più celebri del mondo a studiare, studiare, e inebriarsi dello spirito del mitico Charles che ancora aleggia lì intorno. Scopri che uno dei fringuelli, il picchio per esempio, ha imparato ad usare rametti o spine di cactus come strumenti per estrarre dai buchi dei tronchi larve o insetti che con il solo becco non raggiungerebbe. Tra un milione di anni sicuramente avrà allungato il becco del necessario. Che il fringuello numero 8 ha il becco tozzo perché preferisce mangiare semi secchi. Che il fringuello numero 12 invece…. Evoluzione della specie, secondo i bisogni e gli obbiettivi, appunto. Siccome le Galàpagos sono lontane da tutto (un migliaio di chilometri dalla costa dell’Ecuador) hanno un ecosistema e biodiversità senza alterazioni e mai hanno avuto ingerenze esterne.

Nella stazione si curano, si coccolano, si gestiscono in moderne nursery, le testuggini, che sono la variante terrestre delle tartarughe e qui viveva fino al 2013 il celebre lonesome George, George il solitario, ultimo esemplare di tartarugone gigante (Chelonoidis abingdonii) delle Galàpagos che si era rifiutato sempre di riprodursi. E’ morto che ne aveva un centinaio ma si dice che questa specie potesse vivere fino a 200 anni. L’avevo conosciuto, il vecchio George, allora era un vecchietto di una settantina d’anni perché c’era nel 1985 e io ero alle mie prime Galàpagos. Che erano un po’ diverse. Nell’uso. Trentatrè anni fa ci si arrivava con un vecchio aereo partendo dal terrificante aeroporto di Quito (quello che aveva il sentiero di atterraggio o decollo degli aerei praticamente a sfioro sopra la città), si poteva noleggiare una piccola barca da pesca con cuccette da marinaio, un capitano di solito il proprietario, che portava la barca, un cuoco, che pensava anche a pescare un tonnetto al giorno per le necessità alimentari quotidiane, e si andava in giro di isola in isola. Quasi in totale libertà. Eravamo in due in barca. Le isole sono tredici, tutte vulcaniche, ma tutte diverse, quasi tutte disabitate, c’erano tre villaggi ai tempi (adesso cittadine disordinate) Puerto Villamil, Puerto Barquerizo Moreno e Puerto Yora. Su ogni isola eri controllato a vista da una guida integerrima ma si era in due, liberi, soli, dentro questa immensa scenografia silenziose.

Galàpagos 2018: gli scenari sono ancora impressionanti, gli animali forse si sono lievemente scostati dai sentieri, i visitatori sono 600mila all’anno, le barche di legno dei pescatori non le puoi noleggiare così, senza controllo, c’è un numero preciso di barche autorizzate che girano per l’arcipelago dalla nave più grande da 100 posti a piccoli yachts e barche a vela. Non si sa esattamente quante, ma ne vedi dappertutto. Sui sentieri ci vai in gruppo e per fotografare gli albatros che sciabolano per gioco tra di loro non hai poi tutto questo tempo perché alle spalle incombe il gruppo di coreani (o americani, inglesi, cinesi, olandesi, italiani) e devi spingere quelli che ti precedono. Non importa, bisogna andarci alle Galàpagos. Prima che il falco snob si allontani troppo dal sentiero. O se ne vada ad abitare su qualche roccia lontana.

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Informazioni utili

Informazioni: l’Ente del turismo dell’Ecuador non è rappresentato in Italia. Per informazioni si può visitare il sito Ecuador Travel.

Quando andare – Clima: le stagioni sono determinate dalle correnti. Stagione fredda: da maggio a dicembre, correnti di acqua fredda dall’Antartico, temperature fra i 24 e i 27 gradi centigradi, frequenti nebbie e pioggerelline nelle zone interne delle maggiori isole. Stagione calda, da dicembre a maggio, correnti di acqua calda provenienti dal Nord. Temperature intorno ai 30 gradi, maggior numero di ore di sole, frequenti temporali.

Viaggio organizzato: Tour2000AmericaLatina è specializzato in  viaggi in America Latina ed organizza viaggi sia individuali che di gruppo nei due modi classici con cui si visitano le Galapagos: cioè con sistemazione a terra o  in crociera. Sea Star e Aida Maria, sono due yacht che propongono crociere nelle diverse aree dell’arcipelago.

Fuso orario:  -7 ore, che diventano –8 quando in Italia vige l’ora legale

Documenti: è necessario il passaporto con validità residua di almeno 6 mesi al momento dell’ingresso nel Paese ed un biglietto aereo di andata e ritorno. Non è necessario il visto per i soggiorni turistici inferiori ai 90 giorni.

Vaccini: nessuno obbligatorio

Lingua: La lingua ufficiale è lo spagnolo. La lingua inglese è parlata dagli addetti al turismo.

Religione:  La religione maggiormente diffusa è la Cattolica.

Valuta: La valuta utilizzata in tutto il paese è il Dollaro USA.

Elettricità: E’ necessario munirsi di un adattatore di tipo americano a lamelle piatte

Telefono: Per chiamare l’Italia bisogna comporre lo 0039, seguito dal prefisso della città italiana con lo zero iniziale seguito dal numero dell’abbonato. I cellulari devono essere quadriband.

Linkutili: Galapagos Conservancy

Testo di Lucio Valetti, foto di Sergio Pitamitz|Riproduzine riservata Latitudeslife.com

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